venerdì 31 maggio 2013

9/10 GIUGNO TORNA A VOTARE MASTROVINCENZO

Fra 9 giorni si torna a votare a Falconara. Un ballottaggio che non è solo una sfida tra due candidati a sindaco, ma tra modi diversi di vedere il futuro della città.
 
La giunta Brandoni ha dimostrato di essere più attenta e disponibile con alcuni (pochi) a scapito della collettività. Basti pensare alla realizzazione del megaparcheggio della stazione, un'opera inutile e dannosa per Falconara. Inutile perché non c'è bisogno di realizzare un parcheggio di 4 piani. Dannosa perché la sua presenza incrementerà il traffico e l'inquinamento, e perché a guadagnarci saranno solo i costruttori, i gestori, e infine le ferrovie (RFI) che scaduto il contratto d'uso dell'area  diventeranno i proprietari del parcheggio.
 
E' solo un esempio, se ne potrebbero fare altri, come l'approvazione di varianti urbanistiche che permetteranno un ulteriore consumo di suolo. Nuove edificazioni, anche in questo caso inutili, visto che Falconara si sta svuotando e che sul mercato ci sono moltissime case sfitte, ed altre nuove incompiute. Anche in questo caso l'interesse prevalente non è nei confronti della collettività. Provate a chiedere cosa ne pensano gli abitanti di Palombina Vecchia.
 
Le delibere definitive sono pronte e aspettano solo la riconferma del sindaco Brandoni.
 
C'è poi la  questione sociale, più che mai importante vista la crisi feroce che aggredisce quasi tutte le famiglie.
 
Il ballottaggio si gioca su questioni di assoluta priorità. Si tratta di decidere se Falconara debba tornare ad esprimere cultura di solidarietà, se l'ambiente ed il territorio debbano essere considerati Beni Comuni  o al contrario risorse da sfruttare economicamente. Se il rischio per salute dei cittadini debba essere la prima preoccupazione per un sindaco oppure un problema da sottacere.
 
Insomma siamo ad un bivio: si può prendere una strada costellata di propaganda volta a nascondere scelte che peseranno negativamente su tutta la città per sempre, oppure si può decidere di prendere la strada per un nuovo rinascimento per Falconara, fatto di attenzioni, di cura, di cultura, di solidarietà e partecipazione. Questa strada ha un nome, si chiama Antonio Mastrovincenzo, non è un vicolo cieco ma un buon sentiero per poter rivedere il futuro con un po' di ottimismo. Mi piacerebbe fare questa strada con tanta gente, domenica 9 e lunedì 10 giugno prossimi.    

mercoledì 29 maggio 2013

FIDUCIA AL CAMBIAMENTO


90 preferenze non sono poche, pesano di responsabilità.
Il risultato delle urne mi onora del consenso di 90 persone che hanno scritto il mio nome sulla scheda. Un segno di stima che non intendo disattendere.
 
Sento forte la responsabilità nei confronti di tutte queste persone, spero di poter ricambiare la fiducia nel migliore dei modi possibile, con coerenza e serietà, di sicuro non rinnegando i valori che da sempre contraddistinguono la sinistra e che sono parte di me.

Grazie a chi mi ha votato. Vorrei contribuire al miglioramento della città, c'è bisogno di un cambio di passo affinchè Falconara si risvegli dal torpore e dalla rassegnazione.

C'è bisogno di un cambiamento che solo i cittadini possono avviare. Domenica 9 e lunedi 10 giugno a Falconara si vota per il ballottaggio.

Molti sono arrabbiati per la situazione politica nazionale, altri ancora lo sono per le sbagliate politiche locali degli anni precedenti. Hanno tutti ragione, ma chiedo ai cittadini falconaresi di valutare bene, guardando al presente e soprattutto al futuro di Falconara.

Abbiamo messo in campo una squadra che intende dare discontinuità alle politiche vecchie e fallimentari del passato. Vogliamo inaugurare un nuovo corso virtuoso improntato sulla partecipazione.

Ho un vincolo morale nei confronti dei 90 miei elettori e con tutta la città.
La buona politica, quella reale e non quella delle promesse sarà il mio obiettivo principale, ma prima occorre vincere le elezioni. Serve un voto in più per Il nostro candidato sindaco Antonio Mastrovincenzo. Serve l'impegno di tutti. Chiediamo un pò di fiducia, una ulteriore fiducia per poter vincere. Una fiducia che non tradiremo.



venerdì 24 maggio 2013

CON IL "SOGNO" DEL POI


In giro sento dire: "... si però stò sindaco ha sistemato il bilancio, adesso la città non c'ha più i debiti, in fondo grandi sbagli non li ha fatti".

Intanto i debiti ci sono e non basteranno nemmeno i prossimi 5 anni per estinguerli. Ma quello che non riesco a spiegare alle persone, che giustamente si concentrano sul presente perchè questa maledetta crisi non permette di pensare al futuro, che alcuni "sbagli" questo sindaco li ha fatti eccome, e sono gravi, solo che ce ne accorgeremo non subito, ma tra un pò.

Ce ne accorgeremo quando verrà realizzato il mega parcheggio di quattro piani alla stazione, quando sorgeranno le nuove case a Palombina Vecchia e a Montedomini, quando il centro commerciale a Castelferretti distruggerà la debole economia dei negozi della città. Ce ne accorgeremo quando la ferrovia con il by-pass sfregerà con il suo passaggio il fiume Esino, il parco del Cormorano, e isolerà ancora di più i quartieri di Fiumesino e Villanova. Ce ne accorgeremo quando vedremo la città cambiare e cementificarsi perchè questa è la volontà degli speculatori. Ce ne accorgeremo quando a largo della costa avremo un rigassificatore inutile e la raffineria svuotata dei lavoratori.

Ce ne accorgeremo quando la tassa sui rifiuti avrà costi insostenibili, solo perchè non si è voluto avviare un sistema di raccolta differenziata porta a porta.

Ce ne accorgeremo quando capiremo che i 37 contenziosi con la raffineria non potevano essere liquidati per un pugno di lenticchie e che fare gli ossequiosi con la proprietà non produce alcun beneficio per la città e nemmeno per l'occupazione dei lavoratori dell'Api..

Ce ne accorgeremo quando la crisi si farà ancora più pesante ed il Comune non sarà in grado di fare fronte alle emergenze perchè le case comunali non ci saranno più, vendute per quattro soldi.

Ce ne accorgeremo ma forse sarà troppo tardi, e sarà inutile avere rimpianti.

Questo avrei voluto spiegare ai cittadini che distrattamente pensano che questo è il migliore dei mondi possibili.

Ci ho provato in questi mesi di campagna elettorale a spiegare le mie ragioni. Un periodo duro per me.
Sono riuscito nel mio difficile intento? Non so.

Ce ne accorgeremo.... non tra molto però, un paio di giorni e vedremo se sarà possibile tentare un cambio di passo, un cambiamento, una alternativa. Se sarà possibile pensare ad una città migliore, dipenderà dalla sensibilità delle persone. In questo sono moderatamente ottimista.

Claudio Paolinelli
 
 
 

domenica 19 maggio 2013

IL MIO INTERVENTO AL COMIZIO DI SEL IN PIAZZA MAZZINI


Chi si prende la responsabilità di amministrare questa città, non può evitare di fare i conti con una situazione sociale ed economica drammatica. Una crisi che colpisce  moltissime famiglie e  persone, con i drammi che conosciamo. Che colpisce anche gli enti locali, i Comuni prima di tutto che, strozzati tra gli obblighi per il contenimento di spesa nel rispetto del Patto di stabilità e i tagli sostanziosi dei contributi statali, difficilmente riusciranno ad arginare i disagi e a soddisfare le crescenti esigenze dei cittadini.

 Credo che non potremo iniziare alcun tipo di progetto se prima non ci fermiamo a riflettere sul significato del sostantivo SOLIDARIETA' e del valore che vogliamo dargli. 

 SOLIDARIETA' dovrà diventare la parola d'ordine, il motore per chi vuole governare questa città, il faro di orientamento per non naufragare e per sperare di uscire indenni da questa crisi che determina un nuovo medioevo sociale, culturale ed economico. Solidarietà nel significato più alto e nobile del termine, da non confondere con carità, ma intesa come fondamentale leva capace di scardinare la cultura individualista presente in ognuno di noi, patrimonio negativo acquisito in tanti anni di cattiva politica e da pessimi esempi.

 Il nostro Comune soffre particolarmente della crisi che molto probabilmente si inasprirà nei prossimi mesi. Viviamo una lunga quaresima di austerità che colpisce chi non ha colpe, e sono veramente pochi gli strumenti di una amministrazione comunale per poter ridurne i disagi. Nessuno  ha la risposta a questo problema e occorre diffidare da chi millanta facili soluzioni e da chi cerca di contenere i disservizi con favoritismi ad personam.

 I motivi della crisi vengono da lontano, dalla globalizzazione, dalle logiche liberiste pensate per concedere il massimo profitto a pochi. Politiche che hanno permesso le grandi speculazioni finanziarie, che si traducono con una riduzione dei diritti dei cittadini e dei lavoratori, aumentando le imposte e diminuendo i servizi, soprattutto quelli essenziali come quelli sanitari, scolastici, e tagliando il welfare, i contributi indispensabili per il mantenimento di un degno stato sociale, in una fase in cui le famiglie non riescono più a fare fronte alle spese quotidiane.

 E' molto grave che in una fase come questa la politica abbia abdicato, scrollandosi di dosso le responsabilità per incapacità e  opportunismo, lasciando il Paese prima in mano a dei "tecnici", e poi a un governo di larghe intese.

 Nel nostro Paese la crisi è stata determinata da decenni di politiche nazionali che hanno favorito la corruzione, che hanno convinto gli italiani che potessero vivere al di sopra delle loro possibilità. Nel ventennio Berlusconiano, il declino ha raggiunto livelli catastrofici, con uno scadimento anche culturale e morale. Una crisi ancora pesante anche grazie alle politiche durissime del  passato governo Monti. Politiche che pagheremo con nuove povertà.
 
 È necessario capire bene i motivi e le responsabilità dell'attuale situazione nazionale perchè ricadono anche localmente e quindi anche nella nostra città. Responsabilità che hanno nomi, cognomi e volti, e che qualcuno anche in questa città cerca di nascondere dietro la nuova immagine ripulita delle liste civiche. La responsabilità di questa situazione è della politica di destra e liberista e di un berlusconismo diffuso.

 Noi vogliamo prenderci la responsabilità di amministrare questa città.

Occorre cambiare però! Cambiare radicalmente la strategia e la cultura politica di governo della città. Ripensare la città,   individuare le nuove priorità, mettendo in circolo idee e progetti che abbiano un respiro medio lungo.

Dobbiamo riprogettare la città con la prospettiva di lasciarla  meglio di come l'abbiamo trovata.

Le priorità in questo momento sono la tutela del lavoro e il sostegno alle persone in difficoltà. Le politiche sociali sono in cima ai nostri pensieri.

 Il fragile sistema economico di Falconara è minato da una epocale crisi industriale. La raffineria, la maggiore impresa industriale falconarese, paga pesantemente la crisi del settore a causa soprattutto della inadeguata strategia aziendale, manca un piano industriale, ma la proprietà non è la sola ad aver sbagliato.

 È immensa la responsabilità politica.

C’è bisogno di coraggio nelle scelte se davvero vogliamo tentare il cambiamento. Occorre una netta discontinuità con le politiche e con i politici inadeguati. Falconara deve tornare ad essere protagonista, deve promuovere il dialogo con l’azienda API, ma  abbandonando ogni subalternità.

 È necessario conoscere il “misterioso” piano industriale dell’azienda. Una azienda che deve però rispettare gli impegni presi e garantire l’occupazione.  Allo stesso tempo occorre pensare e iniziare un progetto di riconversione e bonifica dell’area. Questo è un compito della politica buona, quella non subalterna.

Siamo davanti a due gravi rischi: fine della produzione petrolifera, un incremento della disoccupazione con relativo impoverimento del tessuto sociale, ed il rischio reale che tutta l'area della raffineria diventi un'altra zona off-limits abbandonata a se stessa come è già accaduto per la Montedison.

Ci deve essere una rivolta culturale. Abbiamo il diritto di pensare ad una migliore qualità della vita, abbiamo il dovere di adoperarci per ottenerla.

Ed eccola l’importanza della solidarietà.  È necessario aprire un dialogo tra i lavoratori dell'Api e la cittadinanza, serve un patto per la garanzia dei posti di lavoro e per la tutela dell'ambiente e la salute.

 Falconara è una piccola città ma con  le problematiche di una metropoli, senza averne però le risorse. La Regione Marche non potrà ancora ignorare il sacrificio che è stato imposto a Falconara. Dobbiamo promuovere una vertenza per il riconoscimento del suo ruolo, per poter iniziare a riqualificarla con politiche puntuali sulle questioni sociali, economiche ed ambientali. 

 Quindi innanzitutto abbiamo bisogno di un progetto realizzabile e condiviso dai cittadini. Un progetto di lungo respiro che guardi al futuro in un’ottica complessiva. La pratica sprecona del "pianificar facendo" deve essere abolita non solo nel modo di fare ma soprattutto nel modo di pensare.

 Basta guardarla Falconara per capire che chi l'ha amministrata finora invece si è soffermato in piccoli dettagli ogni volta, senza una continuità con quanto fatto prima e senza pensare ad un collegamento per quel che si poteva fare dopo, determinando il caos. Ecco allora casermoni a fianco di belle case storiche, ecco le strade che si intrecciano e che si trasformano in labirinti, ecco che aree verdi si riducono fino a scomparire. Ecco che anche le piazze, vero punto di socialità, perdono il loro significato. 

 Cambiare la città significa programmare!  Partendo dall'esistente. Escludendo ogni possibilità di nuove edificazioni, e puntando alla riqualificazione urbana grazie alle ristrutturazioni. Potremmo ottenere molteplici vantaggi: efficienza energetica, meno inquinamento, valorizzazione degli edifici, e la ripresa del settore edilizio che soffre pesantemente la crisi. Altro che mega parcheggi e nuove case nelle aree a rischio frana!

 Cambiare la città significa anche sfruttare le sue potenzialità.

Riconsegnare ai cittadini la fruibilità delle piazze e dei parchi trasformandole da aree di degrado o pericolo a  piacevoli luoghi di incontro e svago. Cambiare significa aprire gli spazi culturali,  innalzare la proposta individuando le risorse nelle scuole, nelle associazioni, offrendo luoghi e promuovendo eventi che possano dare alla città una identità. 

 Cambiare la città vuol dire impostare il piano commerciale, spostando l'attenzione ad un commercio di prossimità, che possa  rivitalizzare il centro urbano. BASTA CENTRI COMMERCIALI! Una risposta politica alla grande distribuzione per salvaguardare gli spazi urbani di socializzazione, per migliorare la qualità della vita.

Vogliamo rilanciare anche il ruolo del mercato coperto, agevolando la presenza dei piccoli produttori agricoli locali per un commercio a filiera corta dei prodotti alimentari.

 Cambiare la città significa non rinunciare ai progetti sulla mobilità che daranno nuove prospettive e aperture. Penso alla metropolitana di superficie come opera da sostituire al By-pass ferroviario. Penso alla rinconquista della sovranità del territorio rigettando l'accordo con la società Quadrilatero. Un progetto che ha ampiamente dimostrato tutte le sue carenze.

 Qualcuno dirà che stò leggendo il libro dei sogni, ma ricordate, se chiudiamo la porta dei sogni, siamo già morti.  Dobbiamo avere la sensibilità per fare sogni ma la caparbietà per realizzarli.

 Il mare, la spiaggia, debbono essere per noi un tesoro da custodire e preservare gelosamente. Una potenziale risorsa per l’economia cittadina.

Ma la spiaggia è un bene comune ed è sbagliato considerarla solo come fonte di reddito. Occorre avere cura del bene comune, la nostra spiaggia deve conservare la caratteristica di un luogo aperto, accessibile a tutti, godibile anche da chi non può permettersi il servizio degli stabilimenti balneari. E' necessario individuare porzioni importanti di spiaggia libera e con servizi.

 Parlando di beni comuni non possiamo dimenticare la volontà di milioni di persone che con il referendum del 2011 hanno ribadito che l'acqua è un bene pubblico e per questo non assoggettabile al profitto. Parlando di gestione di servizi pubblici dobbiamo dire con chiarezza che la gestione dei rifiuti non può che andare verso una raccolta differenziata porta a porta, unico sistema che permette un'alta differenziazione dei rifiuti e quindi  un basso conferimento degli stessi in discarica. 

 Cambiare la città significa inventarsi un sistema  che permetta ai cittadini di esprimersi, di suggerire, di partecipare attivamente e concretamente al miglioramento della qualità della vita.

 Cambiare le città significa mettere a sistema le grandi esperienze delle associazioni di volontariato, significa valorizzare le attività cooperative locali, farle radicare nel tessuto sociale ed economico cittadino per migliorarne il grado di utilità per l'intera comunità.

Solidarietà è la parola d'ordine, ho detto all'inizio. Falconara ha bisogno di scrollarsi di dosso la nomea di città intollerante, inospitale e insensibile alle differenze culturali. Una fama che peraltro non risponde alla sensibilità e alla cultura della stragrande maggioranza dei suoi abitanti. Diffondere la diffidenza e la paura per lo straniero è un sistema di difesa inadeguato, come inadeguati sono stati coloro i quali in questa città si sono fatti scudo dell'emergenza sicurezza per promuovere azioni di stampo razzista.

Una politica che oltretutto non è riuscita nel suo intento ma che al contrario ha pericolosamente innescato intolleranze e provocato paure spesso immotivate. Innalzare cancelli, presidiare la città con l'esercito o chiudere l'acqua delle fontanelle come ha fatto l’attuale sindaco non serve a nulla. È sufficiente il rispetto delle regole e delle culture assicurando pari dignità per tutti.

Le strade e le piazze saranno tanto sicure quanto saranno frequentate.

Noi vogliamo favorire processi di integrazione e di conoscenza e promuovere la cultura della pace e dei diritti.

 Noi vogliamo dare il buon esempio, cominciando dal riconoscimento dei diritti civili nel rispetto della persona in quanto tale. Concretamente con l'istituzione di un registro cittadino delle unioni civili che non faccia differenze tra coppie etero e omosessuali e con il riconoscimento del diritto di cittadinanza per i bambini nati in Italia da genitori stranieri. Sono piccoli passi di civiltà per la città, anche simbolici, che però indirizzano verso un nuovo rinascimento.

Sinistra ecologia libertà è in campo con queste idee e s’impegna a cambiare Falconara con questi propositi. Come al solito lo facciamo con coerenza, serietà e modestia. Lo facciamo sostenendo il candidato sindaco Antonio Mastrovincenzo grazie ad un programma condiviso a cui abbiamo dato il nostro contributo. 

 Per questi motivi ci permettiamo di chiedere un voto per  Sinistra ecologia libertà alle elezioni comunali di Falconara. Un voto che rafforza la sinistra in città, un voto che ci darà la forza di realizzare i sogni possibili. 

 Il 26 e il 27 maggio, aiutateci con il vostro sostegno e la vostra partecipazione, a migliorare Falconara.
 
Claudio Paolinelli 19 maggio 2013

venerdì 17 maggio 2013

TUTTE CHIACCHIERE E DISTINTIVO

Se c'è una questione su cui fare il punto dopo i 5 anni di amministrazione Brandoni, beh è quella della sicurezza. Tutta la campagna elettorale di 5 anni fà fu improntata sulla inefficienza delle passate amministrazioni a gestire la sicurezza alle cose e alle persone in città.

Lo slogan per tutti questi anni è stato tolleranza zero. Tolleranza zero per ogni cosa: clochard, Rom, immigrati, tolleranza zero ai bivacchi, perfino tolleranza zero ai piccioni (forse qualcuno ricorderà). Pugno di ferro e tolleranza zero, zero come i risultati che sono stati ottenuti. Ad un certo punto circolò perfino l'idea di formare le ronde.

Chissà se qualcuno ricorderà le campagne mediatiche e le azioni spettacolari in piena notte nelle case degli immigrati, le corse nelle campagne vicine per rincorrere "pericolosi" clandestini, rivelatesi poi solo dei bambini,  con forze dell'ordine schierate e gli immancabili fotografi pronti ad immortalare il sindaco sceriffo in prima linea. Le numerose ordinanze non hanno sortito alcun effetto. I cittadini non hanno percepito affatto un miglioramento della sicurezza, anzi sono ancor più preoccupati dai continui allarmi che proprio l'amministrazione comunale ha lanciato ripetutamente grazie a comunicati dipingendo una immagine di città invivibile, ostaggio della microcriminalità.

I cittadini quindi sono consapevoli di quanto scarsa sia stata la politica in tema di sicurezza dell'amministrazione Brandoni, spero che ne terranno conto domenica e lunedì prossimi.

Ricordo una assemblea pubblica di un gruppo di commercianti che si lamentavano delle condizioni del centro cittadino, alcuni di loro imputavano la diminuzione degli affari alla presenza di alcuni rom che frequentavano la piazza. Ricordo che in quell'incontro, mentre parlava l'allora presidente del Consiglio Giacanella, una signora si alzò in piedi e criticò fortemente l'operato fallimentare dell'amministrazione Brandoni, a voce alta disse che non avrebbe mai più votato il sindaco tanto meno Giacanella perchè non avevano mantenuto minimamente le promesse sulla sicurezza. Ricordo lo scroscio di applausi dopo quell'intervento. Venni a sapere solo dopo che la signora in questione era la mamma di Giacanella. (così mi riferirono).

Dopo cinque anni di amministrazione qualcuno dovrà pur rendere conto dell'operato, non penso che un mesetto di feste e manifestazioni possano cancellare la realtà delle cose.

Insomma il cavallo di battaglia del sindaco Brandoni si è rilevato un cavallo brocco, e uno sceriffo con un cavallo brocco non è una bella immagine. 



giovedì 16 maggio 2013

SEGNALI DI NERVOSISMO

Periodicamente il Sindaco uscente Brandoni, si lancia in attacchi propagandistici per cercare di coprire o giustificare determinate scelte che lui, la sua Giunta e i consiglieri comunali di sua sponda, hanno preso durante questi ultimi 5 anni. Lo ha già fatto e puntualmente sono stato costretto a precisare ogni volta che mi coinvolge nei suoi vacui assalti  (clicca qui). Il problema è che gli attacchi sono farciti di menzogne.

Mi hanno riferito, non ho ancora avuto modo di verificare di persona, che dalle parti di Palombina vecchia, in queste ore sta girando un volantino che vorrebbe scredidare alcune persone riguardo l'urbanizzazione di quella zona.  Intervengo perchè mi dicono che in quel volantino appare il mio nome, un volantino che sembrerebbe voler attribuire la mia approvazione in qualità di consigliere comunale alla variante urbanistica in quel territorio. In realtà il sindaco Brandoni fingendo non conoscere i significati degli atti amministrativi, per avvalorare questa tesi si fa forte di una delibera, la n. 113 del 22 dicembre 2006 con cui venne approvato uno studio geologico che effettivamente ho votato favorevolmente. Come si può facilmente leggere dagli atti di quella seduta quel passaggio in consiglio comunale era solo un passaggio tecnico, una presa d'atto di studi effettuati, ma che non impegnava nessuno dei consiglieri ad approvare varianti al PRG, tanto meno nuove edificazioni.

Non capisco perchè l'uscente sindaco Brandoni si ostini a minimizzare i suoi meriti. Se in quell'area verranno costruite nuove abitazioni, il merito sarà tutto suo, suo e della sua Giunta e della maggioranza che lo sostiene. Considerando poi che Brandoni è assolutamente convinto di fare un bene alla città con quell'ennesimo sversamento di cemento, quei meriti glieli lasciamo con slancio. Scrivo con ironia chiaramente.
In realtà non esiste un atto pubblico che mi coinvolge minimamente con quella edificazione, anzi leggendo i miei interventi al consiglio comunale di quel periodo si può leggere senza fraintendimenti la mia posizione sul consumo di suolo a Falconara e sulla situazione in cui versava la città in quel momento.

Il sindaco uscente Brandoni cerca di attaccare i suoi avversari cercando di nascondere i danni che ha fatto alla città sul piano urbanistico. Responsabilità diretta la sua visto che per tutto il tempo ha tenuto per se la delega all'urbanistica.

Questo atteggiamento non è altro che il segno di un crescente nervosismo le cui ragioni forse si scopriranno tra una decina di giorni. Intanto ribadisco la mia vicinanza e quella di SEL al Comitato contro l'urbanizzazione di Palombina Vecchia i quali organizzeranno una manifestazione domenica 19 maggio. 

P.S. visto ora il volantino a firma di Matteo Astolfi e Clemente Rossi... (lo stile non è acqua) 

mercoledì 15 maggio 2013

LA CITTADELLA DELLE ARTI

Ne ho già parlato precedentemente, ma ritorno sull'argomento perché può produrre effetti positivi per Falconara.  (clicca qui)
E' possibile coniugare misure di crescita socio economica con progetti di riqualificazione di aree pubbliche? Penso di si.
 
Ho già accennato alla possibilità di valorizzare la ex caserma Saracini con progetti che favoriscono l'inizio di attività artigiane, agevolando gli "start-up" di piccola imprenditoria o di cooperazione, offrendo in comodato d'uso per brevi periodi spazi nella caserma, che potrebbe in questo modo diventare uno spazio aperto e utile alla città e soprattutto libero dal degrado di cui è attualmente colpito.
 
A Falconara di luoghi abbandonati nel degrado ce ne sono molti, alcuni sono di proprietà comunale. Sono spazi importantissimi se utilizzati nel giusto modo, se messi a disposizione della comunità.
 
L'ex mattatoio che si trova nel quartiere di Villanova ad esempio è attualmente utilizzato come magazzino del Comune Uff. Patrimonio. A guardarlo dall'ingresso non sembra sia in condizioni ottimali, anzi sembrerebbe in stato di abbandono, sicuramente degradato in un quartiere che avrebbe al contrario un estremo bisogno di spazi fruibili e vivi.
 
Ci tengo a illustrare la mia idea per questa area che è ancora allo stato embrionale, ma che viste le esperienze in altre città potrebbe ottenere un buon risultato e potrebbe anche offrire una possibilità di lavoro.  
 
Falconara ha carenza di spazi culturali, di luoghi per la cultura, per cause tutte politiche e per cattive scelte del passato. In città non c'è un teatro, un cinema (se si esclude quello parrocchiale), non ci sono spazi per la musica. La piccola scuola di musica di Via Marsala è assolutamente insufficiente a soddisfare le richieste.
 
L'ex mattatoio potrebbe diventare una cittadella delle arti con sale per musica, teatro, danza, e il grande piazzale potrebbe diventare una arena per spettacoli all'aperto.
 
La ristrutturazione e la messa a norma potrebbe avvenire con la collaborazione di privati e fondazioni, e le stesse sale, offerte in comodato d'uso ad associazioni culturali in cambio della ristrutturazione.
 
Una idea che potrebbe risolvere il problema del degrado cittadino, quello sociale e quello culturale e che potrebbe offrire qualche posto di lavoro, che in questo periodo non è da sottovalutare.
 
La realizzazione di questa idea è un altro impegno che prenderò se verrò eletto.



domenica 12 maggio 2013

UN VOTO PER IL CAMBIAMENTO


 

Ho pensato di preparare questa lettera perchè vorrei condividere la decisione di candidarmi alle elezioni comunali di Falconara Marittima, nella lista di Sinistra Ecologia Libertà a sostegno del candidato Sindaco Antonio Mastrovincenzo.

 Lo faccio con l'entusiasmo e l'impegno, con cui, da sempre, sono abituato ad affrontare le sfide.

Una decisione che ho assunto in una fase molto dura per l'Italia, colpita da una crisi che sta mettendo in ginocchio le famiglie e impedisce ai giovani di guardare al futuro con un minimo di speranza. La questione del sostegno sociale in questa fase dev'essere il primo punto programmatico per una amministrazione comunale virtuosa e attenta.

Mi candido perchè vorrei continuare il mio impegno a difesa del territorio e dell'ambiente. Intendo dare continuità alle lotte iniziate con i comitati cittadini a partire dalla difesa dei Beni Comuni e della salute pubblica. Vorrei contribuire attivamente al cambiamento culturale per evitare ulteriori sfruttamenti del territorio e cementificazione del suolo, valorizzando le aree verdi, la spiaggia, le piazze e il centro della nostra città.

Vorrei inoltre riportare a Falconara lo spirito solidaristico e di accoglienza che è sempre stata una parte importante della nostra comunità grazie alla comprovata generosità dei suoi cittadini.

Vorrei anche contribuire alla crescita sociale e culturale di Falconara favorendo il radicamento dei principi di uguaglianza.

Mi candido per promuovere la Democrazia Partecipata perché è tempo che le persone siano coinvolte nelle scelte riguardanti l'intera comunità.

 Mi candido perché penso che abbiamo il diritto di pensare ad una migliore qualità della vita, e il dovere di adoperarci per ottenerla.

 Per questi intenti e motivazioni mi permetto di chiedere il tuo sostegno, sperando di poter ottenere la tua fiducia attraverso il voto alle prossime elezioni comunali.

Ti chiedo quindi di indicare il mio nome con una preferenza e di votare Sinistra Ecologia Libertà.

Un caro saluto
Claudio Paolinelli

giovedì 9 maggio 2013

LA CLASSE NON E' ACQUA SINDACO BRANDONI

Ho già avuto modo di manifestare il mio disappunto e contrarietà alla realizzazione di prefrabbricati per la distribuzione di acqua pubblica a pagamento. Era il febbraio scorso e chi vuole può andare a rileggere le mie considerazioni cliccando qui
Oggi torno sull'argomento perchè quelle casette prefabbricate sono state installate e perchè le mie preoccupazioni di qualche mese fa hanno trovato conferma purtroppo.
il passaggio stretto e chiuso da un vaso di fiori
La scarsa attenzione del sindaco Brandoni sulla tutela del bene comune è ormai nota, anche stavolta non si è smentito. La casetta di legno piazzata davanti alla chiesa dei frati che da qui a breve dispenserà acqua del rubinetto fresca al triplo del prezzo che il semplice cittadino paga con la bolletta, ostruisce il passaggio alla vecchia e utilissima fontanella che l'acqua invece la distribuisce gratuitamente a tutti.
la fontanella tra la casetta e lo sbarramento 
Il sindaco insensibile alle problematiche derivanti dalle barriere archittettoniche ne ha aggiunta un'altra. La fontanella infatti da ora in poi non è più raggiungibile da persone in carrozzina, ed anche le persone normodotate dovranno essere particolarmente agili. La vecchia fontanella infatti ora è semi nascosta dalla casetta. 
La fontanella peraltro spara acqua come un idrante ed è difficile avvicinare la bocca per bere un sorso senza fare anche una doccia. 
la fontanella
Ma che importa... avrà pensato il sindaco uscente Brandoni, ora chi ha la card ricaricabile potrà dissetarsi con acqua fresca e gassata basta che paghi. Acqua a pagamento per i cittadini che andranno a riempire le bottiglie, ma non solo. Acqua a pagamento anche per chi non berrà mai un solo sorso di quell'acqua, perchè il costo di gestione di quella fonte "miracolosa" è a carico dell'Amministrazione comunale, quindi di tutti i cittadini, mentre i profitti andranno al proprietario della casetta... per 20 anni!
Personalmente ho idea molto diversa dell'uso e del consumo dell'acqua. Io credo che l'acqua debba essere pubblica e fruibile da tutti, soprattutto in luoghi pubblici. Ne sono talmente convinto che per quanto mi riguarda vedrei positivamente la possibilità di garantire a tutti l'uso minimo dell'acqua per usi domestici e igienici, anche a chi per vari motivi legati alla crisi in atto non può permettersi di pagare la bolletta. (ma questo è un altro argomento che spero di poter affrontare al più presto. 




Il dispenser dell'acqua a pagamento

La casetta e dietro la vecchia fontanella

mercoledì 8 maggio 2013

NOI AMIAMO LA DEMOCRAZIA!

La scelta di utilizzare il giornalino istituzionale del Comune di Falconara da parte dell'attuale maggioranza per la campagna elettorale è stata senza dubbio una delle tante azioni arroganti a cui non ci abitueremo mai. 

Ma di una cosa può star certo l'uscente sindaco Brandoni. Se vinciamo noi le elezioni, l'opposizione avrà sempre una pagina del giornalino su cui scrivere.


Siamo fatti così noi... amiamo la democrazia!

domenica 5 maggio 2013

LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE

Se dovessi fare una classifica delle cose che mancano nella nostra città, beh al primo posto metterei la partecipazione dei cittadini. Non per colpa dei cittadini si intende, ma perchè finora si è sempre evitato accuratamente di mettere nelle condizioni le persone di poter contribuire realmente ai progetti e alla crescita sociale e culturale di Falconara.

E' un vero peccato che una amministrazione comunale non riesca a mettere a sistema le competenze, la creatività e le idee dei suoi abitanti per poter ottenere un miglioramento della qualità della vita.

Si è perso molto tempo e non è più rinviabile, secondo me, avviare un percoso per consentire ai cittadini di esprimersi e di decidere. 

Se verrò eletto metterò il mio impegno a questa priorità e chiederò di dare Valore al termine "Democrazia Partecipata" troppo spesso citato a sproposito durante le campagne elettorali, e quasi sempre accantonato subito dopo.

La partecipazione dunque come nuovo e necessario metodo di governo della città.

Per avvalorare questa convinzione, Sinistra Ecologia Libertà di Falconara lunedì 13 maggio alle ore 21 presso il Centro Pergoli Di Piazza Mazzini, organizza un incontro pubblico con Giulio Marcon, deputato di SEL e già portavoce della Campagna "Sbilanciamoci". Con Marcon che è un esperto delle pratiche partecipative e sociali parleremo di questo argomento. Sarà una straordinaria occasione per approfondire e per lanciare ulteriori idee e metodi affinchè finalmente anche a Falconara possa radicarsi questa pratica democratica.

Insomma una iniziativa da non mancare per tutti coloro che credono che la partecipazione sia una priorità in questa nostra città.
 
 

sabato 4 maggio 2013

ESUBERI IN RAFFINERIA

Dunque la proprietà della raffineria, con un balletto sincronizzato delle indiscrezioni, come al solito tiene in mano il pallino del gioco. 
Un gioco pericoloso però soprattutto per i lavoratori che potrebbero vedere ridotti i posti di lavoro di 100 unità. Esuberi, si chiamano così. Pessima definizione. Esubero è un sinonimo di eccesso, di superfluo, direi di scarto, che se rivolto ad una cosa ha un senso ma se riferito ad una persona ha tutto un altro significato.

I giornali parlano di riapertura dell'impianto che però costa ai lavoratori 100 posti di lavoro. Questo accade nonostante la firma posta su un protocollo d'intesa da parte della dirigenza della raffineria e della Regione Marche a garanzia  della tutela del lavoro di tutti i lavoratori  in cambio dell'autorizzazione a realizzare il famigerato rigassificatore. 

Come al solito i padroni della raffineria rifuggono dagli impegni presi e vedremo se in questo gioco d'azzardo proveranno a rilanciare con nuove richieste.

Ma c'è di più, sempre leggendo i giornali sembra che l'Api richiederà indietro all'amministrazione comunale falconarese parte del denaro (900.000 euro) versato nelle casse del comune per una convenzione tra le parti con la quale l'attuale amministrazione garantiva l'appoggio alla realizzazione del rigassificatore. L'amministrazione del sindaco Brandoni definì con la raffineria una compensazione rinunciando a decine di contenziosi che l'ente comunale aveva con la l'azienda, accontentandosi di pochi denari a fronte di decine di milioni di euro per i danni subiti in tanti anni in cui si verificarono numerosi incidenti anche mortali.

Ora la raffineria sembra voler abbandonare l'idea del rigassificatore. Sembra a causa dei costi elevati (lo Stato avrebbe tolto loro alcune agevolazioni) e la mancanza di un partner disposto ad investire. La raffineria quindi pare non sia più interessata all'impianto, e per questo motivo la dirigenza non si sente più in obbligo di rispettare gli accordi presi con il Comune e la Regione Marche.

Una situazione paradossale ma ampiamente prevedibile. Il sindaco Brandoni che solo un anno fà si vantava di aver ottenuto dall'Api denaro per poter chiudere positivamente il Bilancio, ora dovrà rendere conto alla città dei danni che la sua pessima gestione della cosa pubblica provocherà al Comune che amministra (speriamo ancora per poco) e soprattutto dovrà rendere conto ai lavoratori dell'Api.

Me lo ricordo non tanto tempo fà il sindaco Brandoni  dichiarare in incontri pubblici e sui giornali che la vicinanza ai lavoratori dell'Api. Dal risultato sembrerebbe che a godere delle sue azioni sia solo la Proprietà dell'Api.

venerdì 3 maggio 2013

LA VERITA' E' RIVOLUZIONARIA

Guardando la registrazione del confronto TV tra i candidati a sindaco di Falconara, Antonio Mastrovincenzo e Riccardo Borini, non ho potuto non fare caso alle parole del candidato sostenuto dalle liste civiche "Falconara Bene Comune" e "Cittadini in Comune".
 
Riccardo Borini infatti nel sottolineare la crisi sociale economica e politica generale nel Paese, afferma di aver visto la difficoltà dei partiti di confrontarsi e di dialogare con i cittadini e di rinnovarsi causa la chiusura e la scarsa capacità di intercettare le forze sociali presenti sul territorio.
Borini poi sembra lamentarsi del fatto che le sue liste civiche non siano state coinvolte nel percorso delle primarie organizzate dal Pd. 
 
Queste parole che non mi sono sfuggite mi meravigliano un pò, perchè sembrano voler cancellare dalla memoria alcuni incontri che ad esempio Sinistra Ecologia Libertà sollecitò alcuni mesi fa proprio alle persone che stavano costituendo quelle liste, e quegli incontri erano proprio la dimostrazione di quanta sensibilità c'è da parte dei Partiti (SEL in questo caso) nei confronti dei movimenti cittadini.
 
Quegli incontri però non ebbero seguito non per la difficoltà di rinnovamento del partito in questione o per divergenze programmatiche che non esistevano (e non esistono), ma per un veto pregiudiziale che i componenti delle liste civiche hanno posto nei confronti di SEL. Dimostrando che a non essere pronti al cambiamento erano proprio loro.
 
Non sono stati quindi i programmi o le idee a non permettere un accordo tra le parti, ma solo il fatto che le liste civiche che ora sostengono Borini non hanno voluto fare accordi con i Partiti a prescindere.
 
Un peccato secondo me, che invece avrei preferito una alleanza di centrosinistra insieme ai comitati cittadini e all'associazionismo. Avrei preferito una coalizione del tipo di quella realizzata a Milano, quella che ha fatto vincere il Sindaco Pisapia e che ci avrebbe portato alla vittoria sicura a Falconara.
 
Mi dispiace che Riccardo Borini, rigetti la responsabilità del mancato rinnovamento ai partiti politici senza un minimo di autocritica, ma allo stesso tempo prendo questa sua affermazione come un possibile dialogo futuro, non per la spartizione di posti e incarichi, ma semplicemente per una condivisione programmatica, per il bene della città, che è ciò che ci interessa.