martedì 29 gennaio 2013

CURA DEL TERRITORIO E MANUTENZIONE NELLA CITTA' DELLE EX


La nostra città ha una grossa collezione di EX attività. È ormai consuetudine abbinare il prefisso EX alle numerose attività commerciali ed industriali che si sono susseguite sul nostro territorio. Non ci facciamo più caso ma spesso parliamo di EX Montedison, EX Liquigas, Ex Antonelli, Ex molino, Ex piattaforma Bedetti, Ex Isea. Mi dimentico sicuramente altri EX più o meno famosi, per non parlare delle decine di attività commerciali di cui abbiamo solo un flebile ricordo.

Molte di queste attività hanno lasciato alla città un segno, una ferita che non guarisce e che al contrario avrebbe bisogno di cure urgenti. Molte di queste aree sono di grandi dimensioni, abbandonate, fatiscenti, alcune pericolose per la salute e da bonificare.

Penso alla EX Montedison, o all’area ex Liquigas, spazi enormi inutilizzati in una città che invece ha un grande bisogno di spazi nuovi, da ripensare fuori dalle logiche di mero profitto, ma per soddisfare le esigenze delle persone, per migliorare la qualità della vita dei cittadini.

Invece di pensare di trovare soluzioni, che mi rendo conto non sono facili, a questi ingombranti EX, negli anni si è preferito costruire EX-novo, minacciando ancora di più il già fragile equilibrio di un territorio in cui è alto il rischio di frane, e dove le aree verdi sono sempre meno fruibili oltre che visibili.

Cura del territorio e manutenzione! Questo paradigma basta già ad individuare il futuro della città anche in ambito economico. Impresa impegnativa e ardua, forse solo un sogno, ma mi piace pensare ad esempio alla riqualifica di un’altra grossa struttura in disuso: la EX caserma Saracini, che sta letteralmente cadendo a pezzi, abbandonata senza alcun controllo e quindi destinata al degrado.

Siccome sono convinto che il cambiamento verrà obbligatoriamente con scelte coraggiose e grazie anche ai sogni possibili, allora perché non pensare ad un uso pubblico della Ex caserma per creare spazi a giovani e a fasce di cittadini precari o disoccupati che vogliono intraprendere forme di lavoro autonomo, creare piccole imprese di economia sociale e solidale, o intendano aprire attività associative e no profit. Una sorta di cittadella dei mestieri artigiani per favorire idee e opportunità individuali e di cooperazione.

La violenta crisi economica sta producendo impoverimento e disoccupazione, compito delle Istituzioni locali è quello di controbatterla con risposte concrete, ad esempio riducendo i costi di start-up delle nuove imprese, in favore di giovani soggetti alla precarietà. Una idea che si chiama coworking.

La caserma Saracini per decenni è stata uno dei perni dell’economia falconarese, perché non ridarle quella prerogativa trasformandola da EX luogo militare a spazio pubblico di socializzazione e lavoro?  Ne vogliamo parlare?

Nessun commento:

Posta un commento

I messaggi anonimi verranno pubblicati a mio insindacabile giudizio.