La nostra città ha una grossa collezione di EX attività. È ormai consuetudine
abbinare il prefisso EX alle numerose attività commerciali ed industriali che
si sono susseguite sul nostro territorio. Non ci facciamo più caso ma spesso parliamo
di EX Montedison, EX Liquigas, Ex Antonelli, Ex molino, Ex piattaforma Bedetti,
Ex Isea. Mi dimentico sicuramente altri EX più o meno famosi, per non parlare
delle decine di attività commerciali di cui abbiamo solo un flebile ricordo.
Molte di queste attività hanno lasciato alla città un segno,
una ferita che non guarisce e che al contrario avrebbe bisogno di cure urgenti.
Molte di queste aree sono di grandi dimensioni, abbandonate, fatiscenti, alcune pericolose per la salute e da bonificare.
Penso alla EX Montedison, o all’area ex Liquigas, spazi enormi
inutilizzati in una città che invece ha un grande bisogno di spazi nuovi, da ripensare
fuori dalle logiche di mero profitto, ma per soddisfare le esigenze delle
persone, per migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Invece di pensare di trovare soluzioni, che mi rendo conto non sono
facili, a questi ingombranti EX, negli anni si è preferito costruire EX-novo,
minacciando ancora di più il già fragile equilibrio di un territorio in cui è
alto il rischio di frane, e dove le aree verdi sono sempre meno fruibili oltre
che visibili.
Cura del
territorio e manutenzione! Questo paradigma basta già ad individuare il futuro
della città anche in ambito economico. Impresa impegnativa e ardua, forse solo
un sogno, ma mi piace pensare ad esempio alla riqualifica di un’altra grossa
struttura in disuso: la EX caserma Saracini, che sta letteralmente cadendo a
pezzi, abbandonata senza alcun controllo e quindi destinata al degrado.
Siccome sono convinto
che il cambiamento verrà obbligatoriamente con scelte coraggiose e grazie anche
ai sogni possibili, allora perché non pensare ad un uso pubblico della Ex
caserma per creare spazi a giovani e a fasce di cittadini precari o disoccupati
che vogliono intraprendere forme di lavoro
autonomo, creare piccole imprese di economia sociale e solidale, o intendano
aprire attività associative e no profit. Una sorta di cittadella dei mestieri
artigiani per favorire idee e opportunità individuali e di cooperazione.
La violenta crisi economica sta
producendo impoverimento e disoccupazione, compito delle Istituzioni locali è quello
di controbatterla con risposte concrete, ad esempio riducendo i costi di
start-up delle nuove imprese, in favore di giovani
soggetti alla precarietà. Una idea che si chiama coworking.
La caserma Saracini per decenni è
stata uno dei perni dell’economia falconarese, perché non ridarle quella
prerogativa trasformandola da EX luogo militare a spazio pubblico di
socializzazione e lavoro? Ne vogliamo parlare?
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